UN’OASI DI PACE TRAVOLTA DALLA STORIA

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A quasi 2000 metri d’altitudine, tra le montagne laziali e abruzzesi, uno specchio d’acqua si trasforma col passare degli anni e delle stagioni, portando su di sé le cicatrici del cambiamento climatico. La bellezza e la tranquillità del luogo stupiscono il camminatore, spesso inconsapevole di calpestare gli stessi prati che quasi cinquant’anni fa vennero travolti dalla storia dell’affaire Moro

di Gabriele Rosatelli

A quasi 1800 metri sul livello del mare, abbracciato dalle suggestive cime del Monte Murolungo (2184 m) e del Monte Morrone (2141m), si nasconde uno dei laghi più alti dell’Appennino centrale: il Lago della Duchessa. In una conca glaciale, questo spicchio di blu scavato dal carsismo in un tempo immemore, si nasconde nelle viscere dei Monti della Duchessa, in un angolo di paradiso a confine tra Lazio e Abruzzo. Non possiede alcun emissario, dunque la sua esistenza dipende completamente dalle precipitazioni piovose e nevose.


In una conca glaciale, questo spicchio di blu scavato dal carsismo in un tempo immemore, si nasconde nelle viscere dei Monti della Duchessa, in un angolo di paradiso a confine tra Lazio e Abruzzo

Salendo da Cartore lungo la “direttissima”, superato il ripido sottobosco, si viene accolti da prati luminosi e tempestati da piccoli fiorellini bianchi e violetti di Zafferano Selvatico, o Crocus vernus. Qui e là le piccole strutture in legno che fungono da riparo ai pastori che d’estate salgono in alpeggio con il bestiame, contornate da lingue candide di neve che, pian piano, recedono e lasciano spazio al verde ingiallito dell’erba.


Qui e là le piccole strutture in legno che fungono da riparo ai pastori che d’estate salgono in alpeggio con il bestiame

Una cupola di silenzio avvolge immobile ogni cosa, interrotta solamente una volta arrivati nei paraggi delle sponde del lago. Lì, infatti, dei cavalli allo stato brado giocano spensierati fuori e appena dentro l’acqua, nitrendo tra gli schizzi gelati provocati dai loro zoccoli a contatto con quel limpido manto liquido.


Lì, infatti, dei cavalli allo stato brado giocano spensierati fuori e appena dentro l’acqua, nitrendo tra gli schizzi gelati provocati dai loro zoccoli a contatto con quel limpido manto liquido

Quest’oasi di bellezza, pace e tranquillità salì agli onori della cronaca nel 1978, in occasione del rapimento dell’Onorevole Aldo Moro effettuato per mano delle Brigate Rosse. In quell’occasione, infatti, un comunicato del gruppo terroristico risalente al 18 aprile riporta che il corpo del politico della DC si sarebbe trovato nei fondali del Lago della Duchessa. Il messaggio, poi rivelatosi essere un depistaggio, provocò il dispiegamento di un nutrito gruppo di ricerca che dovette affrontare il gelo e la massiccia coltre di ghiaccio che tombava le acque del lago. Solamente attraverso gruppi di sommozzatori altamente specializzati e l’utilizzo di cariche esplosive per penetrare nello strato ghiacciato, si poté constatare la sostanziale menzogna che si celava dietro quelle righe diffuse dai terroristi.


Last modified: Aprile 7, 2025