SEGNI, LA GRANDE STORIA DI UN PICCOLO BORGO

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A Segni religioni, architetture militari e natura si fondono ancora oggi indissolubilmente in uno spaccato di rara bellezza e tranquillità. Un patrimonio inestimabile, al sicuro da millenni grazie alle sue meravigliose mura ciclopiche

di Gabriele Rosatelli

Sotto le pendici del Monte Lupone si adagia l’antica città di Segni, nel cuore dei Monti Lepini. Una città dalla storia antichissima, i primi insediamenti in zona sono databili attorno all’età del bronzo. Il suo nome, tuttavia, deriverebbe dalla statua del dio Mercurio Signinum, presente sulle monete coniate nel periodo romano. Sappiamo che nel VI a.C. l’area fosse già considerata cruciale per la difesa di Roma, tanto che Tarquinio il Superbo vi stanziò una comunità di coloni con una guarnigione armata a difesa delle vie a Sud di Roma. Il ruolo di primo piano venne confermato nei secoli, a dimostrarlo la concessione del titolo di municipio nell’89 a.C., grazie al quale Segni venne fregiata della sigla SPQS (Senatus Populusque Signinus) e poté beneficiare di maggiore autonomia. L’apice dell’influenza del borgo ci fu tra i secoli XII e XIII, quando entrò nel territorio controllato dalla Santa Sede. Sotto lo Stato Pontificio, infatti, raggiunse grande indipendenza e prestigio. Non sono un caso le magnifiche opere costruite in quel periodo, come piazza Santa Maria o il palazzo della Comunità, e l’innalzamento della città a residenza estiva dei papi.


Non sono un caso le magnifiche opere costruite in quel periodo, come piazza Santa Maria o il palazzo della Comunità, e l’innalzamento della città a residenza estiva dei papi

L’ascesa continuò nei secoli a venire, tanto che nel 1585 papa Sisto V elevò segni a ducato. Il primo duca fu Alessandro Conti Sforza. A proteggere la città da quelli che oggi rappresentano sensazionali panorami sulla piana tra i Monti Lepini e i Monti Cantari, ma che secoli e secoli fa rappresentavano spazi potenzialmente forieri di minacce fatali, vi è l’imponente cinta muraria dell’antica città di Segni. Costruita a cavallo tra il VI ed il V secolo a.C. ed ancora in ottime condizioni, la cinta muraria in opera poligonale racchiude in sé tutto il fascino e l’abilità di costruzione di un’opera imponente risalente a 2600 anni fa. Tra le numerose porte d’ingresso all’antica città, Porta Saracena è sicuramente quella meglio conservata. La sua imponenza le consente di poter sopportare il confronto con la famosa Porta dei Leoni di Micene, alla quale viene spesso paragonata nei trattati di archeologia redatti dai più importanti studiosi di tutto il mondo.


La sua imponenza le consente di poter sopportare il confronto con la famosa Porta dei Leoni di Micene, alla quale viene spesso paragonata nei trattati di archeologia redatti dai più importanti studiosi di tutto il mondo

È poi tra i caratteristici vicoli del borgo che si nasconde come una preziosa perla la cattedrale di Santa Maria Assunta, costruita nella prima metà del XVII secolo sulle rovine di una chiesa risalente al 900. Questa è un vero e proprio scrigno di tesori preziosi. Al suo interno, infatti, custodisce alcune opere di primissimo rilievo, come il meraviglioso affresco della cappella di S. Francesco attribuito al Baciccio. Salendo poi sulla parte alta della città sarà possibile lasciarsi andare a una vista meravigliosa, grazie a un belvedere dal quale è possibile scorgere la valle sottostante e le catene montuose a confine con l’Abruzzo. A vegliare su tutta la città vi è l’acropoli. Questa riuniva in un unico organismo architettonico il tempio, dedicato a Giunone Moneta; il grande bacino circolare posto alle sue spalle, che doveva fungere da punto di partenza di un articolato sistema di distribuzione delle acque, e un imponente edificio antistante ormai andato perduto per sempre. Mentre nel periodo romano l’area era dedicata al culto della divinità protettrice della città, a partire dal periodo medievale questa venne fortificata e divenne il fulcro del nuovo sistema di difesa adottato dalla città. L’antica acropoli divenne quindi un baluardo difensivo, castrum, dal quale poter coordinare le strategie a protezione dell’abitato e della valle sottostante. A Segni religioni, architetture militari e natura si fondono ancora oggi indissolubilmente in uno spaccato di rara bellezza e tranquillità. Un patrimonio inestimabile, al sicuro da millenni grazie alle sue meravigliose mura ciclopiche.


Last modified: Gennaio 28, 2025