SANT’ANGELO IN LACU: L’EREMO NASCOSTO SUL LAGO

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Il Romitorio di Sant’Angelo in Lacu è più di una semplice meta escursionistica: è un’esperienza. Un luogo nel quale la spiritualità si accompagna costantemente alla bellezza degli splendidi affacci sul lago di origine vulcanica che, silenzioso, nasconde tra i suoi boschi segreti millenari

di Gabriele Rosatelli

Tra le pieghe più nascoste e affascinanti del Lago di Castel Gandolfo, nel cuore dei Castelli Romani, si cela un luogo tanto misterioso quanto affascinante: il Romitorio di Sant’Angelo in Lacu. Questo antico eremo rupestre, avvolto dalla vegetazione e sospeso nel tempo, è un vero e proprio tesoro nascosto sconosciuto ai più, che ancora oggi parla di spiritualità, isolamento e connessione profonda con la natura.


Avvolto dalla vegetazione e sospeso nel tempo, è un vero e proprio tesoro nascosto sconosciuto ai più, che ancora oggi parla di spiritualità, isolamento e connessione profonda con la natura

L’eremo è ricavato in parte nella roccia e in parte costruito, secondo una tipologia che si ritrova spesso nei luoghi di culto altomedievali. Numerose, ancora oggi, le grotte che collegano i diversi punti del sito. Nonostante oggi sia in rovina, il sito conserva una forte suggestione. È facile immaginare gli eremiti che, secoli fa, sceglievano questi luoghi impervi per ritirarsi in meditazione, lontano dal mondo. Le prime notizi della struttura risalgono al 1116, anno in cui venne menzionata all’interno di una bolla papale. Nel 1282, una volta restaurato dal Cardinale Savelli, l’eremo venne affidato ai padri Guglielmini di Montevergine. Fu abitato fino al 1600.


È facile immaginare gli eremiti che, secoli fa, sceglievano questi luoghi impervi per ritirarsi in meditazione, lontano dal mondo

Costituito da alcune cavità artificiali adibite a rimessa o dispensa, il romitorio disponeva di una cappella duecentesca con una piccola abside centrale. Ancora oggi, rimangono ben visibili i ruderi di un campanile di pianta quadrata esternamente e circolare all’interno, un portale di accesso e, soprattutto, un arco o “grottino” scolpito nella roccia, al cui interno sulla parete furono ricavati dei sedili dove probabilmente i monaci si appartavano a meditare. Verso la fine del 1700 il Cardinale Colonna diede ordine all’esercito Pontificio di distruggere il sito che ormai abbandonato, era utilizzato come rifugio dai briganti.


Ancora oggi, rimangono ben visibili i ruderi di un campanile di pianta quadrata esternamente e circolare all’interno, un portale di accesso e, soprattutto, un arco o “grottino” scolpito nella roccia, al cui interno sulla parete furono ricavati dei sedili dove probabilmente i monaci si appartavano a meditare

Il Romitorio di Sant’Angelo in Lacu è più di una semplice meta escursionistica: è un’esperienza. Un luogo nel quale la spiritualità si accompagna costantemente alla bellezza degli splendidi affacci sul lago di origine vulcanica che, silenzioso, nasconde tra i suoi boschi segreti millenari.


Last modified: Aprile 7, 2025