Il mitreo era il luogo di culto e d’incontro dei fedeli del mitraismo, antica religione mediterranea diffusasi intorno al II-I secolo a.C. e ampiamente praticata nell’Impero Romano. Le pitture risalgono alla seconda metà del II secolo dopo Cristo e possono godere di un ottimo stato di conservazione
di Gabriele Rosatelli
Nel 1963, durante i lavori di ampliamento di una cantina, è stato rinvenuto in modo del tutto casuale il Mitreo di Marino. Una scoperta archeologica di primissimo piano, considerato che, quello sotto la città dei Castelli Romani, è uno dei tre mitrei finora ritrovati in Italia che riportino affrescate sulle pareti le scene della tauroctonia. Questa, appunto, raffigura il dio Mitra intento ad uccidere il toro. Gli altri due mitrei italiani che riportano questa significativa testimonianza sono il Mitreo Barberini, a Roma, e il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere.
Gli altri due mitrei italiani che riportano questa significativa testimonianza sono il Mitreo Barberini a Roma e il Mitreo di Santa Maria Capua Vetere
Il mitreo era il luogo di culto e d’incontro dei fedeli del mitraismo, antica religione mediterranea diffusasi intorno al II-I secolo a.C. . Ampiamente praticata nell’Impero Romano, essa si fonda sul culto di un dio chiamato Meithras, derivante probabilmente dal dio persiano Mitra e da altre divinità dello zoroastrismo. Il suo fascino, rimasto immutato nei secoli, dipende anche dall’essere stata una religione misterica, dunque di carattere esoterico, con riti esercitati da ristretti gruppi di iniziati e vietati ai profani. Per questo, essendo i rituali mantenuti segreti e non avendo scritture rivelate, oggi abbiamo ben poco che possa testimoniare l’essenza stessa del culto, al di fuori delle scoperte archeologiche e degli scritti provenienti da autori pagani o cristiani.
Una religione misterica, dunque di carattere esoterico, con riti esercitati da ristretti gruppi di iniziati vietati ai profani
La particolarità del culto, che ritroveremo nell’affresco del mitreo di Marino, è che, nella liturgia, il dio non riceveva sacrifici in offerta, bensì era lui stesso a sacrificare un toro bianco per assicurare la salvezza dei suoi devoti e la fertilità del terreno. Uno dei mitemi centrali della religione è appunto il sacrificio del toro sacro, creato dalla divinità suprema Ahura Mazdā, che Mitra uccide nella caverna. Dal corpo del toro, poi, spunteranno piante, animali e tutti i frutti della terra. Il Mitreo di Marino venne edificato su quella che dovette essere una cisterna preesistente, scavata nel tufo a cui si accede attraverso una galleria lunga 29 metri e larga 3. In fondo la scena raccontata poc’anzi, con Mitra che indossa abiti orientali (mantello stellato, cappello frigio e calzoni) intento a tagliare la gola del toro; in basso un cane ed un serpente bevono il sangue che ne esce. Lateralmente, importanti scene del mito: la lotta tra Giove e i Giganti; Mitra che inizia il Sole ai misteri; la nascita di Mitra da una roccia e Mitra che cavalca il toro bianco. Le pitture risalgono alla seconda metà del II secolo dopo Cristo e possono godere di un ottimo stato di conservazione.
Il Mitreo di Marino venne edificato su quella che dovette essere una cisterna preesistente, scavata nel tufo a cui si accede attraverso una galleria lunga 29 metri e larga 3
È possibile visitare questo splendido luogo previa prenotazione, questa consentirà al visitatore di vivere un’esperienza unica camminando nel tempo, pochi metri sotto la vita di tutti i giorni che continua sopra la propria testa.
Last modified: Febbraio 14, 2025